domenica 30 marzo 2014

TERRA CHE CURA


Miei cari lettori,

Un paio di mesi fa ho conosciuto una ragazza sarda che mi ha contattata per sperimentare la terapia floreale nell'intento di guarire i suoi problemi ginecologici; durante il nostro colloquio mi ha raccontato che l'unica volta che ha avuto dei benefici nel suo iter terapeutico è stato quando, su consiglio di una signora anziana del luogo, è andata a sedersi per mezz'ora al giorno per 20 giorni consecutivi su una pietra delle Tombe dei Giganti di Palau in Sardegna.

Foto di mauro Aresu: Tombe dei Giganti di Li Mizzani

La ragazza assume pillola continuativa, perciò non ha il ciclo, ma dopo i 20 giorni ha avuto le mestruazioni e a detta sua è stato uno dei migliori cicli che ha avuto.
Andare alle Tombe dei Giganti aveva evidentemente funzionato...

La cosa mi aveva incuriosita subito, così mi sono informata e ho scoperto che esiste un'associazione che organizza itinerari in questi luoghi curativi; volevo capire che cosa aiuta le persone che frequentano le Tombe dei Giganti a guarire.

Così sono partita per la Sardegna e ho visitato diversi di questi siti terapeutici oltre a quello di Palau: anche il pozzo sacro di S. Cristina di Paulilatino (Or) e il nuraghe di Macomer.
Luoghi dove si respira un'energia benefica e misteriosa e dove un tempo, quando le persone erano ancora sagge e in contatto con la natura, arrivavano da tutta Europa per curare i loro malesseri.

Pozzo sacro di S. Cristina

Oggi, raccontavano i fondatori dell'associazione, andando costantemente in questi luoghi, sono guarite persone malate di fibromialgia, prostata, infertilità, osteoporosi, ma non ha importanza il nome della malattia, poiché l'energia magnetica elargita dalla terra, può curare qualsiasi tipo di patologia.

La Sardegna è una terra speciale, ma credo che siti curativi esistano in tutta Italia e in tutto il mondo, perciò dovremmo cominciare a cercarli anche nei luoghi dove ognuno di noi vive, così da poter beneficiare di questo grande aiuto che ci fornisce il nostro pianeta, e chissà che questa ricerca non porti piano piano a eliminare le discariche che avvelenano i terreni, le acque e l'aria, e a ricominciare ad avere rispetto per madre natura, visto l'immenso amore che ci dimostra ogni attimo con tutti gli aiuti che ci fornisce.


lunedì 24 marzo 2014

E' TEMPO DI IMMAGINARE UNA NUOVA CULTURA



Carissimi,
questa settimana vi propongo un'intervista al grande Silvano Agosti che spero possa fornirvi uno spunto di riflessione sul modo in cui stiamo vivendo.
Essere consapevoli di quante gabbie abbiamo attorno, può aiutarci piano piano a liberarcene.

Silvano Agosti: Uno degli aspetti più micidiale dell'attuale cultura è di far credere che sia l'unica cultura, invece è semplicemente la peggiore

Gli esempi sono nel cuore di ognuno, per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare. 
Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta. 
Mentre fino a ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: "Pensa a questi bastardi che mi stanno rubando l'unica vita che ho, perché non ne avrò un'altra, ho solo questa, e loro mi fanno andare a lavorare cinque volte, sei giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?".

Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero, perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire. 
Deve sempre pensare con una coscienza perfetta: "Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile". 
Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada.



Secondo me, poi, siccome c'è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno cento volte, e allora il lavoro doveva diminuire almeno dieci volte. 
Invece no! L'orario di lavoro è rimasto intatto. 
Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. 
Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l'amore, no? Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l'amore otto ore al giorno. 
Sarebbe una vera tortura; e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole che fare l'amore?

Per esempio, il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana, certo... ho il mitra alla nuca, lo faccio, perché faccio il discorso: "Meglio leccare il pavimento o morire?", "Meglio leccare il pavimento", ma quello che è orrendo in questa cultura è che "leccare il pavimento" è diventata addirittura un'aspirazione, capisci? 
Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare otto ore al giorno e debba essere pure grato a chi gli fa leccare il pavimento, capisci? (Che non è il datore di lavoro, ma il sistema che ci comanda).
Tutto ciò è oggettivamente mostruoso, ma là dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è "effettivamente" mostruoso.

Fabio Volo: Sì, vabbè, ma ormai è irreversibile la situazione...

Silvano Agosti: Sì, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no? 
Il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. 
Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.

Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto: "Eh si! sono ventidue secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, adesso arrivi te a dire questa stronzata! E come farai a spiegarlo a tutti gli esseri umani?". 
E lui: "Non è affar mio, signori". 
"Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell'ordine delle cose". Hai capito?

Tutto l'occidente vive in un'area di beneficio perché sta rubando otto decimi dei beni del resto del mondo. 
Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina... no. 
È un sistema politico che sa rubare otto decimi a tre quarti di mondo e dà un po' di benessere a un quarto di mondo, che siamo noi. 
Quindi, signori miei, o ci si sveglia o si fa finta di dormire − o bisogna accorgersi che siete tutti morti...




venerdì 14 marzo 2014

ESSERE POSITIVI NON SIGNIFICA SOLO VOLER GUARIRE


Buongiorno miei cari lettori,

ultimamente ho avuto più di un confronto con alcune persone su ciò che significa essere ottimisti al fine di una guarigione fisica.

Mi sono accorta che il concetto, per molti ancora, è totalmente traviato:

molte persone credono che essere positivi significhi "sperare" di poter guarire.
In questo caso, chi non sarebbe positivo? E' ovvio che chiunque sia malato speri di poter guarire!
Ma ciò non significa essere positivi o, comunque, agire verso l'autoguarigione.

Innanzitutto, "sperare" molto spesso esclude il concetto di "responsabilità".
Ad esempio: se spero che una faccenda si risolva, ma non agisco attivamente per risolverla, metto subito in dubbio la sua realizzazione.
Perciò, nel caso di un malessere di qualsiasi tipo che si voglia curare, è opportuno cominciare a pensare a cosa si può fare perché ciò avvenga.


L'azione, per la mentalità che predomina ancora, può essere svolta in due modi: olisticamente o allopaticamente.
Allopaticamente significa agire solo la macchina corpo.
Olisticamente vuol dire agire sul sistema psico-fisico.

Se pensiamo che la salute dipende dall'essere in armonia con la nostra anima, come affermò il dott. Bach e come ormai si stanno rendendo conto, a poco a poco, tutti, avere un approccio olistico significa soprattutto agire sulle CAUSE della malattia.
Le cause sono sempre EMOZIONALI, e un ruolo importante ce l'ha anche il contesto in cui viviamo e come ci alimentiamo.
(Esclusi i casi in cui, se, ad esempio, si vive a ridosso di un inceneritore o in una città molto inquinata, i fattori ambientali sono i primi da considerare nel caso dell'insorgere di una malattia).

Detto questo, che cosa significa, realmente, essere positivi per guarire?
Vuol dire cercare di capire quali possono essere le cause emozionali che hanno concorso alla nascita della malattia, rendersi consapevoli di queste cause e poi cercare di cambiare gli atteggiamenti e i pensieri che agiscono contro sè stessi e che generano il malessere.

Ultimamente mi sono confrontata con persone che si arrabbiano perché gli si suggerisce di cercare dentro sè stessi le risposte e di volersi più bene.
Persone che escludono completamente una parte determinante insita in loro stessi: la loro psiche. Proprio come se si paragonassero alla loro automobile e che rispondono "ma io sono positivo e spero di guarire".

Allora, il concetto dell'agire sulla propria guarigione non significa solo essere positivi.
Certo esserlo è un grande aiuto, ma da solo non può scardinare un malessere.

Una guarigione contempla un cambiamento interiore; significa ritrovarsi diversi e soprattutto CRESCIUTI rispetto all'inizio del percorso.

L'evoluzione non è sempre facile e comporta anche momenti di crisi in cui bisogna cambiare la pelle come fanno i serpenti.
Significa essere disposti a mettersi in discussione e accettare, senza lo stupido orgoglio, che siamo stati tutti manipolati e strumentalizzati per fini economici.

Guarire significa liberarsi dai condizionamenti, da alcune persone che non ci fanno bene, e soprattutto posizionare Sè stessi sul podio della propria vita.
Significa allontanare perbenismo, buonismo e convenzioni sociali inutili.
Guarire significa essere VERI e lottare per essere LIBERI!

Perciò, se pensate che per guarire basti sperarlo, allora siete ancora lontani dalla reale guarigione, ma ciò non toglie che avete la possibilità di cambiare la vostra rotta in ogni istante.
A ognuno la sua scelta.


domenica 9 marzo 2014

ENDOMETRIOSI: UNA MALATTIA PSICOSOMATICA


Cari lettori, e soprattutto care donne,

è giunta l'ora di fare chiarezza su una malattia ritenuta incurabile e sempre più diffusa tra il genere femminile di tutte le età, soprattutto molto giovani.

Scrivo basandomi su un'esperienza personale innanzitutto, ma mi baso anche su ciò che osservo ogni giorno in donne malate e su ciò che il mio intuito, prima di tutto, mi suggerisce.
Perciò, le considerazioni espresse in questo articolo sono da considerarsi a carattere personale e non intendono sostituirsi al parere del medico.

Dopo aver subìto un intervento chirurgico e aver cominciato a lavorare su me stessa sulla prevenzione con rimedi naturali, e dopo aver aiutato Cristina a liberarsi dell'endometriosi in soli tre mesi (qui potete leggere la sua testimonianza), ho cominciato a supportare altre donne che chiedevano un aiuto olistico per liberarsi dai dolori invalidanti e dai numerosi effetti collaterali delle cure ormonali.

Il risultato, a oggi, è che tanti casi hanno eliminato i dolori e ridotto la massa endometriosica; una parte ha comunque dovuto subire un intervento chirurgico e un'altra parte si è auto-guarita. 

I dati sono molto incoraggianti, se pensate che siamo bombardati da pareri negativi circa la possibile guarigione da questa malattia e che ci convincono che non lo sia.
Proprio nei giorni scorsi, una ragazza che ho seguito nel trattamento olistico mi ha scritto: 
"Sono stata molto contenta di sentire il mio dottore dirmi che secondo lui dall'Endometriosi si guarisce e che spesso molte di noi hanno delle recidive perché si fasciano la testa e si mettono in un atteggiamento troppo negativo, leggendo in internet che non si guarisce mai!"


Se da una parte troviamo una quantità considerevole di donne che si è rassegnata all'idea di essere malata a vita e che rifiuta di prendere in considerazione le cause emozionali della malattia, dall'altro ci si sta rendendo conto che il corpo umano non è solo una macchina da aggiustare, ma un insieme di cellule gestite innanzitutto da un'anima.

E' proprio quest'ultima parte, infatti, che sta cominciando a guarire.
La guarigione avviene SEMPRE quando la donna è convinta di potersi guarire.

Ho visto donne che ce l'hanno messa tutta, ma che nel profondo restavano comunque terrorizzate dalle previsioni di recidività della malattia e che, loro malgrado e nonostante i miglioramenti, non sono arrivate a eliminare del tutto il problema.

Un problema che ha un suo significato emozionale soggettivo e collettivo.
Soggettivo perché la donna malata di endometriosi è una donna bisognosa d'affetto e di conferme, che investe le sue energie femminili nel posto sbagliato (da qui l'endometrio che cresce dove non dovrebbe crescere), quindi una donna che si SVALUTA, per niente cosciente delle proprie capacità.
Collettivo perché questa svalutazione si protrae da secoli, da quando le "streghe" (donne sagge) sono state bruciate al rogo e da quando la società ha puntato più su valori maschili che femminili, definendo la donna "sesso debole", come spiego in modo più approfondito nella guida "Di endometriosi si guarisce".


Un vero scempio che oggi tocca il fondo nelle donne che esultano per aver ottenuto l'invalidità a causa della malattia.
Perché dico "scempio"? Non perché non comprenda lo stato d'animo di una donna che non sa più cosa fare per trovare un pò di pace dal suo malessere e che si vede privata della sua libertà, della bellezza del suo corpo e, a volte, dei suoi organi. Dico "scempio" perché è il sistema che ci governa che induce una donna a trovare conforto in un'invalidità, quando invece potrebbe essere aiutata in molti modi a riappropriarsi della propria vita e della propria salute.

Un sistema sociale che porta le sue donne a consolarsi di un riconoscimento di invalidità, non è sano. Donne che poi continuano a stare male. E' questo che vogliamo?

Altre donne, invece, si mettono in discussione e decidono di affrontare un percorso di auto-guarigione/evoluzione, raggiungono buoni risultati fino ad arrivare a guarirsi. 

La rivoluzione, quindi, deve partire dalle stesse malate. 
Prima di tutto evitando di definirsi con il nome della malattia poiché questo può contribuire a restarci impigliate. Hai mai sentito parlare di PNL
Prova a dare un'occhiata e cercare di capire che cosa può significare definirsi "endina" o "endogirl". Si è mai visto un malato di tumore che si definisce "tumorman"? Sinceramente mi vengono i brividi solo a pensarlo. A te piace? Non credo... perciò, anche se usi il termine in modo ironico per alleggerire la pesantezza dei sintomi che ti devastano, prova a fare caso che la parola, in ogni modo, crea.

Perché non iniziare a pensare di toglierti di dosso questo nominativo? 
Non ti appartiene. Tu sei una donna che VALE TANTISSIMO, sei una donna che può dare la vita a un altro essere umano. 
Sei un miracolo della natura, non sei un'endina. 

Un altro punto molto importante è questo: tante donne sperimentano la strada della medicina olistica e naturale, ma si approcciano ad essa come si approcciano ai farmaci, aspettando che il prodotto faccia effetto.
Questo atteggiamento non porterà molto lontano.

LA GUARIGIONE è UNA RESPONSABILITA'.

I presupposti fondamentali sono due:

  1. essere convinte nel profondo di potersi auto-guarire, confermando il potere infinito della propria forza di volontà.
  2. cercare un CAMBIAMENTO interiore, andando a cercare quelle che potrebbero essere le cause emozionali e andando a sostituirle con le virtù opposte. Ad esempio, se mi sento trascurata, cercherò di allontanare da me questo sentimento che mi fa soffrire, e cercherò dentro di me ciò che mi può far sentire amata, anziché aspettare che sia un uomo o un famigliare o un'amica a confermarmi che valgo attraverso una loro attenzione. AMA TE STESSA, solo così puoi attirare l'amore degli altri.

Sono giunta alla conclusione che l'endometriosi altro non rappresenta che il disequilibrio che esiste sul pianeta tra energie maschili e energie femminili, e il bisogno che ha la cellula Terra di armonizzare le due parti.
La malattia spinge le donne a riappropriarsi delle loro facoltà femminili di ACCOGLIENZA e AMORE, prima di tutto verso sè stesse.

Perciò, chi vuole guarirsi, non può escludere le cause emozionali della malattia, confermando che anche l'endometriosi, come tutte le patologie, ha origine PSICOSOMATICA.





domenica 2 marzo 2014

NUOVE PANDEMIE MONDIALI IN ARRIVO


Carissimi amici, 
condivido con voi questa fantastica notizia :-)


Attenzione! Una nuova pandemia mondiale sì sta diffondendo a velocità vertiginosa. 
L'OMB (Organizzazione Mondiale del Benessere) prevede che ci saranno milioni di casi nei prossimi anni.
Ecco gli agghiaccianti sintomi di questa devastante malattia:

1. Tendenza a lasciarsi guidare dalla propria intuizione anziché dalle paure, dalle idee ricevute e dai condizionamenti del passato.


2. Mancanza totale d'interesse a giudicare gli altri e/o se stessi e a interessarsi a tutto ciò che genera conflitti.


3. Perdita completa della capacità di «stare in ansia» (questo rappresenta uno dei sintomi più preoccupanti).


4. Piacere costante nell'apprezzare le cose e gli esseri viventi così come sono. Scomparsa dell'abitudine di voler cambiare le persone.


5. Desiderio intenso di trasformare se stessi per gestire positivamente i propri pensieri, le emozioni, il corpo fisico, la vita materiale e il proprio ambiente in modo da sviluppare incessantemente il proprio potenziale di salute, di creatività e di amore.


6. Attacchi continui di voglia dì sorridere e di dire grazie. Questi attacchi provocano una sensazione di unità e di armonia con tutto ciò che vive.


7. Apertura progressiva ed inarrestabile verso lo spirito dell'infanzia, la semplicità, il ridere e l'allegria.


8. Episodi sempre più frequenti di comunicazione con l'Anima o lo Spirito, la non dualità e l'Essere, con effetti collaterali di sentimenti di plenitudine e di felicità.


9. Piacere a far la parte del «guaritore portatore di gioia e di luce» piuttosto che quella del «critico» o dell'«indifferente».


10. Capacità di vivere da solo, in coppia, in famiglia e in comunità nella fluidità e nell'uguaglianza, senza essere dominati, voler dominare o essere salvatori di nessuno.


11. Sentimento di responsabilità e di felicità nel poter offrire al mondo i propri sogni di un futuro abbondante, armonioso e pacifico.


12. Accettazione assoluta della propria presenza sulla terra e della volontà di scegliere, ad ogni istante, il bello, il buono, il vero e il vivo.

Se volete poter continuare a vivere nella paura, la dipendenza, i conflitti, la malattia e il conformismo, evitate ogni contatto con persone che presentano questi sintomi!
Questa malattia è estremamente contagiosa. Se pre­sentate alcuni di questi sintomi sappiate che la prognosi è molto pessimista giacché il processo del male è quasi sempre irreversibile.


I diversi trattamenti medici possono far sparire temporaneamente alcuni dei sintomi ma non possono opporsi alla progressione ineluttabile del male. 

Non esiste a quest'ora nessun vaccino anti-felicità.
Visto che questa terribile malattia provoca anche una sostanziale diminuzione della paura di morire, che è una delle credenze fondamentali sulle quali poggia la società materialista moderna, sono previsti i seguenti seri disturbi sociali:

- Sciopero dello spirito bellicoso e del bisogno di aver ragione
- Raggruppamenti di persone felici che cantano e ballano e celebrano la vita
- Cerchi di condivisione e di guarigione
- Attacchi di riso incontenibile
- Sedute di sfogo emotivo collettivo

(Pubblicato nel numero di gennaio 2010 del magazine AAM Terra Nuova)