venerdì 26 aprile 2013

25 APRILE: QUALE LIBERTA'?


Buongiorno a tutti i miei affezionati lettori,

in occasione del 25 Aprile, festa della liberazione d'Italia, ho postato sulla pagina facebook collegata a questo blog un breve riassunto del libro "Lettera dalla Kirghisia" di Silvano Agosti, augurando, alla fine del post, buona festa della liberazione a tutti, ma con un pizzico di ironia.

Desideravo, infatti, stimolarvi a porvi la seguente domanda: 
è davvero LIBERTA' quella che abbiamo e che festeggiamo?

Da quando ho sofferto di attacchi di panico qualche anno fa, mi sono sempre chiesta perché provavo quell'ansia costante e perché si manifestava in alcuni luoghi dove mi sentivo in trappola.

Ho studiato, pensato e ripensato alla causa emozionale dell'ansia per curarmi e per aiutare le persone che ne soffrono; ho capito che l'ansia nasce dal CONTROLLO, cioè dalla paura di restare soli che ci spinge a controllare esageratamente le situazioni che vi riguardano e i nostri cari.


Un controllo che ci viene istintivo mettere in atto a causa del bombardamento di stimoli diretti e indiretti che riceviamo dalle istituzioni e dalla società in cui viviamo.
L'ho capito ancora meglio quando ho letto il libro dove Silvano Agosti descrive un tipo d società diversa, molto diversa dall'attuale.

Nella Kirghisia, così chiamata nel libro, chiunque è libero di avere tempo e di occuparsi di sé stesso secondo le sue naturali predisposizioni.

Le istituzioni, quindi la scuola e la famiglia, sono strutturate in modo molto diverso da quelle attuali. La Kirghisia rispetta l'unicità di ogni suo cittadino e lo stimola a credere in sé stesso e nelle sue meravigliose doti innate.

In Kirghisia i politici esercitano il proprio ruolo in forma di volontariato.
Il lavoro obbligatorio si esercita per 3 ore al giorno e la produzione delle fabbriche è aumentata.
Le scuole sono dei grandi parchi dove i ragazzi giocano tutto il giorno alla presenza di adulti disponibili a risolvere qualsiasi problema.
I genitori, finite le 3 ore di lavoro, raggiungono i figli nei parchi per giocare con loro e stare insieme.
I ragazzi non studiano, ma imparano: attorno ai parchi ci sono una serie di costruzioni adibite a un diverso settore del sapere: casa della geografia, casa delle lingue, casa della matematica, dell'arte, dell'anatomia, dei sogni, ecc... dove i bambini entrano spontaneamente e imparano ciò che gli va di imparare.
Quando un cittadino compie 18 anni gli viene regalata una casa.



Ogni anziano è nominato ad honorem "insegnante di vita" e gli viene regalato un appezzamento di terra per coltivare un orto.
Chi ruba va in giro vestito di giallo, così che tutti lo riconoscano e lui venga punito con la consapevolezza di quel che ha fatto. Lo stesso vale per gli altri crimini, contraddistinti da colori diversi.
Le armi non esistono più e quelle rimaste sono state seppellite con riti analoghi alla sepoltura dei defunti.
I soldi che venivano spesi per l'esercito, ora servono a offrire un pranzo caldo al giorno a ogni cittadino.

Gli ospedali sono luoghi di pace e amore dove una persona passa la giornata a praticare terapie naturali, a leggere, a giocare.

Un'utopia? Per me no.
Un sogno? Sì, un sogno realizzabile se tutti cominciamo a crederci; fattibilissimo se tutti cominciamo a ritenere possibile la realizzazione di una Kirghisia in ogni nostro paese e dentro le nostre case.

In una società come la Kirghisia nessuno soffre di attacchi di panico o di ansia perché le persone si sentono finalmente e veramente LIBERE. 
Non hanno più bisogno di controllare niente e nessuno perché tutto è finalizzato a essere AMORE.




domenica 21 aprile 2013

TERAPIA FLOREALE + REIKI


Ciao a tutti!
Come state? State ampliando i vostri punti di vista riguardo la salute?
Cominciate a credere fermamente nel vostro potere di autoguarigione?

Con questo nuovo articolo vi presento una tecnica olistica che ho imparato nel weekend; questi sabato e domenica sono stata impegnata in un seminario dove ho ricevuto l'attivazione per dare REIKI.

Reiki è una parola di origine giapponese che significa "ENERGIA COSMICA UNIVERSALE".
Si tratta di una tecnica di natura olistica, quindi che comprende corpo e mente, che si attua tramite la semplice imposizione delle mani su una serie di punti energetici localizzati in tutto il corpo.

E' un gesto istintivo di chiunque posare le proprie mani su un punto dolente;
Reiki si basa su questo principio.



Per poter effettuare questo tipo di trattamento a una persona, è necessario frequentare un seminario di 1° livello dove si riceve l'attivazione per trasmettere Reiki agli altri.
Grazie a questa attivazione, l'operatore Reiki diventa un canale dove passa l'energia cosmica che arriverà a chi riceve il trattamento.

Lo scopo del Reiki è quello di conferire energia a questi particolari punti corporei affinché si armonizzino per ottenere il benessere psico-fisico dell'individuo. 
Non ci sono effetti collaterali o controindicazioni di nessun tipo.
Il trattamento può essere effettuato vestiti e si attua sdraiati e serve in particola a:

ALLEVIARE IL DOLORE
ARMONIZZARE IL SISTEMA NERVOSO, IL SISTEMA ENDOCRINO E IL SISTEMA IMMUNITARIO
REGOLARIZZARE LA PRESSIONE SANGUIGNA
ACCELERARE I PROCESSI DI CICATRIZZAZIONE DELLE FERITE
ALLEVIARE LO STRESS E INDURRE RILASSAMENTO
STIMOLARE L'AUTOGUARIGIONE



Ho ricevuto spesso Reiki da una mia cara amica che aveva partecipato al seminario di 1° livello qualche anno fa e mi è sempre piaciuto molto per la sensazione di pace che lascia questo trattamento, oltre che per i benefici che ho potuto notare su me stessa.

Inoltre, persone che seguo con la terapia floreale e che fanno una serie di trattamenti Reiki, beneficiano molto dell'abbinamento fiori + Reiki poiché ho notato che quest'ultimo può amplificare l'effetto dei rimedi floreali.

E' comunque una tecnica naturale energetica che lavora in sinergia e con lo stesso principio armonizzante della floriterapia, che è quello di portare in riequilibrio l'energia della persona per aiutarla a risolvere i suoi problemi psico-fisici.

Da oggi, potrò offrire alle persone che si rivolgono a me un aiuto naturale in più: Reiki.

Grazie a Anna De Togni, Maestra Reiki e grazie a tutti i compagni di corso!




domenica 14 aprile 2013

TERAPIA FLOREALE + TERAPIA VERBALE = SALUTE


Carissimi lettori,

questa volta vi voglio riparlare della TERAPIA VERBALE ideata dalla dott.ssa Gabriella Mereu, di cui vi avevo già raccontato in un precedente post.

Considero la terapia verbale una scoperta geniale, poiché basa il suo potere di guarigione sull'unicità di ogni persona e dal modo in cui essa si esprime:
le parole, i modi di dire e le espressioni che utilizza per descrivere il proprio malessere.

Ad esempio, un dolore a una mano può essere espresso in molteplici modi a seconda di come viene percepito da ognuno: Marco, ad esempio, dirà che ha un male che punge; Sara dirà che sente come una morsa che le stringe la mano; Giovanni parlerà di un dolore simile a una puntura, e così via.

Il termine utilizzato da ognuno rappresenta la METAFORA del significato della malattia che, una volta che viene tradotto, rende consapevole l'individuo della causa emozionale del suo disagio e lo libera guarendosi.

E' da tempo che studio la terapia verbale, dopo aver seguito un seminario della dottoressa Mereu e essere rimasta affascinata da questo metodo.
Così ho deciso di integrarlo nella pratica quotidiana con le persone che aiuto già con la terapia floreale.

Ad esempio, circa un mese fa una ragazza mi aveva raccontato di avere un male al piede descrivendomelo in questo modo: "sento come qualcosa che mi tira e il dolore viene ogni volta che mi metto a letto oppure mi riposo durante il giorno".
Siccome conosco alcuni risvolti della sua vita, le ho fatto notare che quel qualcosa che "tira" poteva essere rappresentato dal rapporto con una sua amica che lei si sentiva in dovere di chiamare ogni volta che aveva un momento di relax.

Assumendo anche i rimedi floreali che hanno potuto aiutarla a sganciarsi da questo legame troppo stretto, e individuando il fiore corrispondente nella mappa di Kramer, è successo che qualche tempo dopo lei ha parlato all'amica dicendole che il loro rapporto non era spontaneo.

Il risultato è stato doppio: da un lato, dopo i primi dissapori, ora il rapporto tra le amiche è molto migliorato e poi, il male al piede è SCOMPARSO!



Un altro esempio riguarda me personalmente: qualche giorno fa ho messo le scarpe per uscire di casa e ho cominciato ad avvertire un dolore pungente sotto il pollice sinistro, come se avessi avuto un sassolino nella scarpa.
Dopo aver controllato se ci fosse effettivamente qualche sassolino, ma vedendo che la scarpa era pulita, ho pensato che forse dovevo "togliermi un sassolino dalla scarpa", cioè che avevo un pensiero da esprimere o un dubbio non risolto.
Appena ho elaborato questa consapevolezza il dolore al dito del piede è scomparso!

Praticare la terapia verbale è soddisfacente e liberatorio, oltre che molto divertente. Aiuta spesso a risolvere in breve tempo qualsiasi malessere e ci fa capire che il nome della malattia non ha alcuna importanza, se non quello di far diventare la malattia in molti casi reale e spaventosa.

La terapia verbale aiuta anche a capire che qualsiasi causa è di origine emozionale e non prettamente fisica.
Ecco perché, quando abbinata alla terapia floreale, la terapia verbale può fare i miracoli.


domenica 7 aprile 2013

IL MAL DI SCUOLA: RIFLESSIONI DI UN'INSEGNANTE SUL SISTEMA SCOLASTICO



Carissimi amici,
ho chiesto a un'insegnante di scrivere due righe sul suo pensiero riguardo ciò che vive tutti i giorni a scuola.
Sono emerse considerazioni profonde e il disagio di una persona che vorrebbe trasmettere dei veri valori, ma è costretta a "passare" delle sterili informazioni a dei bambini che hanno ancora un universo meraviglioso dentro di loro, e che la scuola gli toglierà man mano.

"Sono un’insegnante ed ogni giorno entro in relazione con numerosi bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Svolgo il mio lavoro con impegno, serietà, amore e passione. Credo ormai sia una scelta di vita.

Tuttavia, però, alcuni tratti che oggi si riscontrano con sempre maggior frequenza nei bambini (eccessiva vivacità, irrequietezza, esuberanza, irritabilità, scarsa disciplina, iperattività, competenza estrema tra pari, difficoltà attentive, scarsa capacità di concentrazione, disturbi dell’apprendimento, disturbi del comportamento…), mi portano a riflettere sul modello scolastico che vige sul nostro territorio nazionale e a pormi degli interrogativi.

La scuola italiana è a “misura” di bambino? 
Gli spazi, i tempi, i ritmi di apprendimento, i metodi di insegnamento sono a “misura” di bambino? 
Viene data possibilità di scelta? 
Viene stimolata la CREATIVITA', la RESPONSABILITA', l’AUTONOMIA? 
I contenuti che offriamo, rispondono alle esigenze di crescita dei nostri alunni? Vengono rispettate le CAPACITA' INDIVIDUALI? 
Diamo la possibilità di fare esperienze concrete? 
Mettiamo i nostri alunni in condizione di agire con “PIACERE” e sperimentare il “SUCCESSO”? 
Diamo valore al PERCORSO di ogni singolo alunno o solo al risultato o alla prestazione finale?

Purtroppo, nel sistema scolastico italiano l’educazione si identifica con un programma curricolare nazionale applicato ad un gruppo di bambini che devono uniformarsi allo stesso standard. 

L’adulto è protagonista attivo che insegna parlando ad alunni che esige fermi, silenziosi e in ascolto passivo. 
Il docente trasmette idee all’allievo, il quale, se puo’, le memorizza e le ripete.

Il lavoro è condotto dall’insegnante che non può assecondare spunti individuali se non per brevissimo tempo.  
Il tutto governato dalla competizione e dal “voto”, quindi da un modello di scuola aggressivo e giudicante, in cui l’autostima dell’alunno è costruita attraverso un sistema basato sulla valutazione dell’insegnante e non attraverso la consapevolezza del proprio perfezionarsi.

Credo che questi siano solo alcuni degli aspetti che richiedono un profondo cambiamento nelle scuola d’oggi e che sicuramente porterebbero ad un miglioramento dei “disagi” dei nostri alunni."

Le ho chiesto che cosa succederebbe se io un giorno decidessi di non mandare i miei figli a scuola. Mi ha risposto che verrebbero a prelevarli i carabinieri.
E' questa la libertà?