Miei cari,
ho trovato tra le pagine di Facebook un racconto che desidero invitarvi a leggere.
Si tratta della descrizione di come i popoli "primitivi" (che in realtà sono molto più avanti di noi poveri industrializzati) usano accogliere l'arrivo di un bambino e di come, per tutta la vita, la loro società cercherà di mantenere vive le qualità positive della persona.
Penso che è a questo modo di sentire e vivere che dobbiamo ritornare per risplendere, noi e il pianeta...
C'è una tribù in Africa, dove la data di nascita di un
figlio non viene conteggiato da quando nasce, né da quando è concepito, ma dal
giorno in cui il bambino era un pensiero nella mente di sua madre.
E quando una
donna decide che avrà un bambino, va fuori e si siede sotto un albero, da sola, e ascolta fino a quando può sentire il canto del bambino che vuole venire.
E
dopo aver sentito la canzone di questo bambino, lei torna da colui che sarà il
padre del bambino, e la insegna a lui.
E poi, quando fanno l'amore per
concepire fisicamente il bambino, per un po' di tempo cantano la canzone del
bambino, come un modo per invitarlo.
E poi, quando la madre è incinta, insegna
la canzone del bambino alle levatrici e alle vecchie donne del villaggio, in
modo che quando il bambino è nato, le donne anziane e le persone intorno a lei
cantino la canzone del bambino per accoglierlo.
Se il
bambino cade, o si fa male al ginocchio, qualcuno lo raccoglie e gli canta il
suo canto.
O se il bambino fa qualcosa di meraviglioso, o partecipa ai riti
della pubertà, allora come un modo per onorare questa persona, la gente del
villaggio canta la sua canzone.
Nella tribù africana c'è un'altra occasione su
cui gli abitanti del villaggio cantano al bambino. Se in qualsiasi momento
durante la sua vita, la persona commette un crimine o un atto sociale
aberrante, l'individuo è chiamato al centro del paese e le persone della
comunità formano un cerchio intorno a lui o lei e poi gli cantano la sua
canzone.
La tribù riconosce che la correzione per un comportamento antisociale
non è la punizione, ma è l'amore e il ricordo della propria identità.
Quando si
riconosce la propria canzone, sparisce la voglia o il bisogno di fare cose che
possano ferire un altro. E va così la loro vita.
Nel matrimonio, le canzoni
sono cantate, insieme. E infine, quando questo bambino è sdraiato sul letto,
pronto a morire, tutti gli abitanti del villaggio conoscono il suo canto, e
cantano, per l'ultima volta, il canto a quella persona.
Tratto da www.ancientexplorers.com
2 commenti:
Ciao, è molto carino il tuo blog, sto trovando articoli molto interessanti anche per quello che faccio io nella vita.
Sarò lieta di seguirti.
Un caro saluto.
Elena
Ciao Elena,
ti ringrazio e sono felice che i miei articoli possano in qualche modo esserti d'ispirazione!
Buon tutto!
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