domenica 7 aprile 2013

IL MAL DI SCUOLA: RIFLESSIONI DI UN'INSEGNANTE SUL SISTEMA SCOLASTICO



Carissimi amici,
ho chiesto a un'insegnante di scrivere due righe sul suo pensiero riguardo ciò che vive tutti i giorni a scuola.
Sono emerse considerazioni profonde e il disagio di una persona che vorrebbe trasmettere dei veri valori, ma è costretta a "passare" delle sterili informazioni a dei bambini che hanno ancora un universo meraviglioso dentro di loro, e che la scuola gli toglierà man mano.

"Sono un’insegnante ed ogni giorno entro in relazione con numerosi bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Svolgo il mio lavoro con impegno, serietà, amore e passione. Credo ormai sia una scelta di vita.

Tuttavia, però, alcuni tratti che oggi si riscontrano con sempre maggior frequenza nei bambini (eccessiva vivacità, irrequietezza, esuberanza, irritabilità, scarsa disciplina, iperattività, competenza estrema tra pari, difficoltà attentive, scarsa capacità di concentrazione, disturbi dell’apprendimento, disturbi del comportamento…), mi portano a riflettere sul modello scolastico che vige sul nostro territorio nazionale e a pormi degli interrogativi.

La scuola italiana è a “misura” di bambino? 
Gli spazi, i tempi, i ritmi di apprendimento, i metodi di insegnamento sono a “misura” di bambino? 
Viene data possibilità di scelta? 
Viene stimolata la CREATIVITA', la RESPONSABILITA', l’AUTONOMIA? 
I contenuti che offriamo, rispondono alle esigenze di crescita dei nostri alunni? Vengono rispettate le CAPACITA' INDIVIDUALI? 
Diamo la possibilità di fare esperienze concrete? 
Mettiamo i nostri alunni in condizione di agire con “PIACERE” e sperimentare il “SUCCESSO”? 
Diamo valore al PERCORSO di ogni singolo alunno o solo al risultato o alla prestazione finale?

Purtroppo, nel sistema scolastico italiano l’educazione si identifica con un programma curricolare nazionale applicato ad un gruppo di bambini che devono uniformarsi allo stesso standard. 

L’adulto è protagonista attivo che insegna parlando ad alunni che esige fermi, silenziosi e in ascolto passivo. 
Il docente trasmette idee all’allievo, il quale, se puo’, le memorizza e le ripete.

Il lavoro è condotto dall’insegnante che non può assecondare spunti individuali se non per brevissimo tempo.  
Il tutto governato dalla competizione e dal “voto”, quindi da un modello di scuola aggressivo e giudicante, in cui l’autostima dell’alunno è costruita attraverso un sistema basato sulla valutazione dell’insegnante e non attraverso la consapevolezza del proprio perfezionarsi.

Credo che questi siano solo alcuni degli aspetti che richiedono un profondo cambiamento nelle scuola d’oggi e che sicuramente porterebbero ad un miglioramento dei “disagi” dei nostri alunni."

Le ho chiesto che cosa succederebbe se io un giorno decidessi di non mandare i miei figli a scuola. Mi ha risposto che verrebbero a prelevarli i carabinieri.
E' questa la libertà?




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