giovedì 1 dicembre 2022

L'INCERTEZZA E' LA REALTA'

Cari amici di questo blog, ho il piacere di condividere una nuova testimonianza; l'esperienza di una donna che sta trovando sempre più pace in un nuovo modo di vivere la sua quotidianità dove il controllo sta lasciando più spazio al lasciar andare senza però essere fatalista, ma molto più radicata alla realtà. 

Ecco la sua esperienza, che condividiamo affinchè possa essere d'aiuto a chi si trova nello stesso step del proprio percorso verso il riconoscimento di chi si è:

"Cara Cristiana, Ho il piacere di condividere con te quello che è successo in queste ultime settimane, dopo il nostro incontro. Mi sono focalizzata sul tema dell’incertezza. Mio tallone d’Achille da una vita. 

Che cosa rappresentava per me l’incertezza? 

Rappresentava semplicemente quella parte di me che non ho mai accettato. 

L’ho sempre dipinta come quel “tratto” forte di me da combattere, un nemico vero e proprio che guardavo con giudizio e che con lo stesso giudizio mi veniva rimproverato dagli altri. La prima volta che il mio partner in una discussione ha puntato il dito verso la mia incertezza è scattata la rabbia. Ho urlato un “no” secco. Lo ricordo bene. Io non sono insicura, ho gridato. Ma quel tono di voce alto che ho usato non era “liberatorio”. Era pieno di dolore. Ho pianto per ore. Non accettavo questa parte di me. Ancor di più mi dava fastidio che qualcuno riconoscesse in me quel “qualcosa” che io non volevo vedere. Sono forte, mi ripetevo… come se queste due parole fossero cuscini capaci di soffocare la verità. 

Era lo scorso gennaio…Un mese fa lo stesso tema è tornato a galla. Situazione diversa. Stesso “problema”. Un trasloco, l’inizio di una convivenza, il dovermi riorganizzare tra casa, lavoro e terapie, il taglio del cordone ombelicale con la mia famiglia, con i “miei” luoghi”, importanti decisioni da prendere a livello economico… mi hanno catapultata in una nuova realtà nel giro di qualche settimana… una realtà che desideravo… ma che “profumava” di caos e confusione e queste due ultime parole mi hanno mandata in tilt. Ansia. Insonnia. Paura. Nervosismo. Ma come farò… mi continuavo a chiedere. Domanda “fisiologica” per chi che come me fa della sicurezza la sua perenne ricerca. Tendo a programmare ogni cosa per intere settimane. Schemi su schemi che mi regalano false sicurezze che autogiustifico aggrappandomi alle mie patologie, ai ritmi al lavoro, ai “doveri” domestici e relazionali. Sto bene quando “so ciò che succede” domani… dopodomani… fra un mese. Senza grossi limiti di tempo. Un mese fa improvvisamente non sono più riuscita a gestire le mie “tecniche” di sopravvivenza. 

L’incertezza di quelle settimane, rivoluzionando la mia vita, mi ha portato a dubitare di molte cose e soprattutto ha portato a dubitare delle mie capacità… del mio valore

Non ne sono capace… questa “nuova” vita mi accompagna allo sfinimento, pensavo. E mi sono fatta rapire dalla paura, dai pensieri negativi. Al nostro incontro la prima cosa che mi hai suggerito è stata: stai con l’incertezza. Ho pensato che il tuo invito era la cosa più strana che in questo nostro percorso mi potevi dire. Un invito che all’inizio non comprendevo… come potevo stare con l’incertezza quando era proprio l’incertezza a togliermi il respiro? Nonostante questo “dubbio” ho seguito il tuo consiglio. 

Ho iniziato ad accogliere proprio quella parte di me che rifiutavo… di cui avevo paura… il mio “difetto”. Non è accaduto tutto subito. I fiori hanno agito nel tempo. All’inizio guardavo all’incertezza e mi si rappresentava come una figura piena di dolore ed in mezzo al fuoco. Poi piano piano da quel fuoco è uscita… io ho potuto avvicinarmi a lei, nella meditazione, e lei a me. I suoi tratti si sono addolciti. Le nostre mani si sono incontrate. Le nostre braccia si sono cercate. E’ stato un abbraccio meraviglioso. Lo ricordo bene. Ho avvertito un profondo senso di pace… quando mi ha sussurato, in quell’abbraccio, “io sono la realtà”. 

Ecco…che all’improvviso comprendevo che la realtà non sta nella certezza, bensì nell’incertezza. Ecco che all’improvviso non avevo più motivo di cercare dove non avrei trovato quello che cercavo. Ecco che all’improvviso avveniva quel “click” che mi regalava consapevolezza e accettazione… che mi restituiva alla verità… che mi toglieva la paura del domani… che mi invitava a vivere nel “qui” ed “ora”… che mi suggeriva di rispondere ai “problemi” con un “ci pensero’ domani”…. Che mi riportava a “casa” con me stessa e con il mio compagno senza angosce. 

E’ stato un vero punto di svolta. Oggi io e l’incertezza siamo diventate amiche. Io ho bisogno di lei… come lei di me. La sento come immagine “buona” che mi cammina accanto… ed è bello, guardandola, sentire che ha cura di me. 

Grazie Cristiana. Te ne sono grata." 

Io sono grata a te, perchè ogni persona che libera se stessa aiuta anche le altre a farlo.

lunedì 4 luglio 2022

ENDOMETRIOSI: L'ARRESTO DEI SINTOMI E IL RICONOSCIMENTO DEL PROPRIO VALORE

Carissimi amici di questo blog,
oggi vi propongo una nuova bellissima testimonianza di una donna che sta guarendo la sua pancia e il suo cuore grazie all'aiuto del percorso che sta compiendo dentro se stessa aiutata da me, la floriterapia e altre tecniche cucite su misura per il suo caso, il suo carattere, la sua storia.

Ricordo che il percorso interiore che aiuto a compiere non vuole sostituirsi al parere medico, ma anzi, desidera collaborare e affiancare eventuali cure mediche che una persona sta seguendo.

Buonissima lettura a tutti voi, con queste bellissime parole:

"La mia storia inizia più di sedici anni fa, con diverse patologie autoimmuni e infiammatorie croniche che sono comparse troppo presto e che nel tempo hanno stravolto completamente la mia vita, costringendomi più e più volte a mettere tutti i miei sogni e il normale vivere in totale stand-by. 
In ultimo, a tutto ciò, si è aggiunta anche la diagnosi di endometriosi ed adenomiosi e così, dopo una serie di tentativi terapeutici, ho deciso non molto tempo fa, di acquistare il libro di Cristiana per dare un volto diverso alla malattia e iniziare a guardarla attraverso gli occhi di un'altra donna, che però ce l’aveva fatta. 

Colpita subito da quanta verità trapelasse dal suo scritto, ho sentito di doverla contattare. Era come se dentro di me avesse preso radici la sensazione che per curare davvero le mie problematiche di salute, ci fosse un lavoro di ascolto e scoperta più profondo che mi stava chiamando e che mi spingeva con forza verso un nuovo approccio. Pertanto ho voluto assecondare il mio sentire. 


Da subito Cristiana ha saputo leggere il fardello emotivo che mi portavo dietro sin da bambina e prendendomi dolcemente per mano mi ha portata a tirare fuori uno ad uno tutti quegli aspetti interiori chiave, attorno ai quali ruotano e si avviluppano i miei malesseri. 
Il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi mesi attraverso colloqui e con l’utilizzo dei fiori che sono straordinari aiutanti nel processo di guarigione, ha toccato diversi temi. 
Primo tra tutti, la figura della madre e a seguire la rabbia, l’indipendenza affettiva, l’autostima, il bambino interiore, ma anche la scoperta dei meccanismi ingannevoli della mente, la visione della sessualità e non per ultimo, cosa vuol dire essere una donna adulta nel pieno potere. 

Può sembrare strano o insolito ma tutto questo e anche altro incide molto sullo sviluppo e il progredire dell’endometriosi
Ad oggi dopo 9 mesi di lavoro, di vaporizzazione dei fiori (il mio corpo è talmente tanto in squilibrio e da così troppo tempo che non tollera nulla, neppure l’alcol dei fiori preso per bocca), di massaggi dell’addome con l’olio mugwort spalmato sulla pancia, di meditazione, di ascolto interiore con l’osservazione e l’accoglienza, di rispetto dei miei tempi, ritmi e spazi, di esercizio fisico moderato e cibo gentile ed affine al mio corpo e spirito, posso dire di essere riuscita ad arrestare il progredire sia dell’endometriosi che dell’adenomiosi

Infatti, in seguito all’ultimo controllo ginecologico, risultano entrambe invariate e con un miglioramento anche dei dolori mestruali, divenuti molto più gestibili ed attenuati. 
Ancora di più, però, ho imparato che per uscire dal quel dolore che ti fa gridare il corpo con molteplici sintomi, bisogna attraversarlo, viverlo, osservarlo, accettarlo per poter essere gestito, amato e così curato, perché più ti opponi ad esso, lo rifiuti e più lo rafforzi condannandoti ad una inevitabile sofferenza

Guardarsi nel profondo è un impegno che richiede di tirarsi su le maniche per davvero, non è facile. 
Vedere come la mente ci ha mentito per anni, a volte può fare paura, farti provare vergogna o sensi di colpa, ma quando superi l’impasse iniziale, prendi coraggio e ti butti in quel viaggio, poi scopri che è il più bello e ricco della tua vita. 

Ti accorgi che quello che ne guadagni è molto di più e quel senso di pace e di gratitudine che deriva da un lavoro interiore e di crescita personale, insieme alla forza e alla consapevolezza di chi si è e di quanto si vale, resta il dono più grande che ci si possa fare. 
Non importa quanto tempo ci vorrà, perché ognuno richiede di un tempo diverso per allegerire il suo zainetto, quello che conta è iniziare. Iniziare a onorare la vita e se stessi, imparare a surfare sul mare delle emozioni come surfer provetti e non far attecchire niente di negativo di ciò che ci circonda perché si è finalmente radicati nel proprio centro: questo vuol dire amarsi

E dopo anni finalmente posso dire di averne capito profondamente il senso. 
Grazie a questa donna straordinaria che sa leggere l’anima e le pance che riesce a rimetterti in contatto con il tuo Sé superiore, riportando la calma dopo il caos e tutto solo con la più potente delle medicine: l’amore. 

E così, quando si inizia ad amarsi per davvero ci si sceglie, si sceglie solo il meglio, si ridefiniscono le proprie priorità e il mondo attorno e quelli che finora erano i nostri drammi e problemi, assumono tutto un altro aspetto e anche se capita di cadere di nuovo la caduta diventa quel tassello in più verso nuove importanti consapevolezze. 

Sono perfettamente conscia che la strada per me richiede ancora qualche sforzo ma posso garantire che dopo anni di sofferenze rivedere un piccolo barlume di luce in fondo è un po’ come riprendere fiato e fare una sorta di primo respiro verso un nuovo vivere, una nuova esistenza fatta della mia verità….senza ombra di dubbio un dono inestimabile."



martedì 24 maggio 2022

DUE ANNI E UNA GRAVIDANZA DOPO...

Carissimi amici, 

non ci posso credere, ma sono passati circa due anni dal mio ultimo post qui sul blog.

Quanta acqua sotto i ponti...e non solo acqua, anche una figlia! :-) 

Sono scomparsa dal blog perchè nel frattempo sono diventata mamma di una meravigliosa bimba e ora sento che è arrivato il momento di raccontarvi la mia esperienza di guarigione di alcuni fibromi uterini che erano ricomparsi dopo molti anni prima che restassi incinta e che sono molto regrediti dopo il parto.

Da dove comincio a raccontarvi di questa bellissima esperienza?

Tre mesi prima che restassi incinta, mi sentivo molto molto stanca fino a che, una notte, sono stata male e ho deciso di andare al pronto soccorso di ginecologia di Varese dove mi hanno diagnosticato una pesante anemia (al limite della trasfusione) e tre grossi fibromi uterini che, secondo il loro parere, mi avrebbero impedito una fecondazione naturale e che sicuramente erano la causa della carenza di ferro e di emoglobina nel sangue. Da sdraiata potevo sentire i fibromi al tatto.

Di lì a poco è seguita una visita specialistica con il primario del reparto dell'ospedale.

Una visita sconvolgente e contemporaneamente rivelatoria per me perchè il medico mi suggerì di togliere l'utero poichè, diceva, alla mia età di quarantenne le probabilità di restare incinta erano 1 su 10 e con quei fibromi, l'esame della riserva ovarica non avrebbe dato grandi risultati secondo lui.

Sono uscita da quello studio in lacrime per lo sconforto e contemporaneamente mi domandavo perchè, dopo tanti anni di percorso di guarigione sul femminile, fossero ricomparsi i fibromi.  

Perchè proprio a me che aiuto tante donne a guarire le loro pance? Qual era la lezione da imparare questa volta?

La visita con il primario non mi aveva dato le risposte che volevo, ma con il senno di poi, mi diede sicuramente le risposte di cui avevo bisogno.

Dopo le sue dure parole, infatti, l'approccio verso la mia potenziale guarigione si ridimensionò molto, e questo mi fu di grande aiuto. Mi spiego meglio: fino a quel momento ero troppo fanatica di una filosofia di guarigione che, su di me, non faceva altro che mantenere e alimentare quello status di malattia. Volevo a tutti i costi che i fibromi si riassorbissero, e quella foga non mi faceva vedere altre vie.

Da quel giorno allora mi sono detta: "farò il possibile per guarire la mia pancia se mi è concesso dall'Alto, ma senza tutta quell'enfasi che avevo alimentato nei mesi antecedenti, con molta più moderazione interiore, e contemplando, mio malgrado, la possibilità di ricorrere all'isterectomia se fosse stato strettamente necessario". 

Ho cominciato allora a farmi seguire da un medico che pratica l'omeopatia e insieme aggiunge dei trattamenti energetici sul corpo, andando a ripristinare l'energia dove mancante. Lui mi disse che avremmo lavorato su quella percentuale su dieci che avevo di restare incinta.

Contemporaneamente ho cominciato a fare degli utilissimi massaggi uterini (chiamati massaggi Arvigo) una volta la settimana, e a spalmare olio di ricino sul basso ventre almeno 3 volte a settimana, tenendolo in posa circa mezz'ora con la borsa dell'acqua calda.

Ho cominciato anche a riposare di più, a rilassarmi, a rallentare con il lavoro, a fare delle belle dormite pomeridiane che hanno poi scaturito il desiderio di prendermi meglio cura della mia casa abbellendola con delle piante verdi.

La mia pancia stava bene e dopo un mese dalla diagnosi di anemia, i valori di ferro e emoglobina erano tornati nella norma. E' stato un bellissimo risultato.

Di lì a poco sono andata a fare una nuova visita da un altro primario di Torino; le parole che pronunciò a mio marito in mia presenza sono state queste: "solo una donna è in grado di riportare il ferro a valori normali in così poco tempo". Lui mi disse che, nonostante i fibromi, potevo restare incinta anche se le statistiche affermano che dopo i 40 anni una donna ha meno possibilità. 

E' vero che più si va avanti con l'età e meno si è fertili, in generale, ma è anche vero che molte donne concepiscono dopo i 40 anni in modo naturale. A mio parere e in base alla mia esperienza, il concepimento dipende da tanti fattori, e soprattutto dal rilassamento interiore, a qualsiasi età.

La visita di Torino andò benissimo perchè, nonostante i fibromi, il mio utero era risultato molto morbido e molto mobile. Secondo lui ciò non precludeva una possibile fecondazione naturale, ma mi misi in lista d'attesa ugualmente per un intervento di aspostazione dei soli fibromi che avrebbe compiuto lui stesso, senza parlare di togliere l'utero.

In realtà, non fece in tempo a operarmi, perchè dopo pochissime settimane da quella visita sono rimasta incinta.

A inizio gravidanza ho avuto molte perdite, e i medici del pronto soccorso dove andavo spesso per controllare di non aver abortito sostenevano che dovessi stare a riposo assoluto, ma devo dire che ho vissuto quei primi mesi con relativa tranquillità perchè percepivo quelle perdite come una pulizia dell'utero, seppur fossi rimasta a riposo per precauzione.

I medici mi dissero che con quei fibromi sarebbe stata una gravidanza difficile e che probabilmente sarei dovuta restare a letto per 9 mesi; in realtà è stata una gravidanza bellissima e portata al termine facendo tutto ciò che mi sentivo di fare, anche qualche viaggio.

Ho partorito la mia bimba al termine con parto cesareo ed è andato tutto oltre le aspettative che prevedevano un taglio in verticale. In realtà, durante le prime contrazioni che sono cominciate il giorno prima del cesareo programmato, ho sentito la bambina che si incanalava per la discesa. Chissà... magari avrei potuto fare un parto normale senza problemi, ma il mio ginecologo non si fidava e ha preferito procedere come concordato precedentemente, ma con un taglio orizzonatale classico, perciò senza troppe cicatrici sulla mia pancia :-)

Neppure i fibromi erano aumentati in gravidanza, seppur le aspettative fossero contrarie, e dopo 6 mesi dal parto, mi ero accorta che al tatto da sdraiata non li sentivo più, così sono stata a fare una visita che mi ha confermato che si erano tutti dimezzati di volume.

A quel punto il ginecologo mi ha detto che era normale dato che erano aumentati in gravidanza, ma gli ho ricordato che in gravidanza non erano aumentati e che si sono ridotti in base alle misure che avevano prima della gravidanza ;-)

Ora... che cosa ha comportato questa drastica riduzione dei fibromi? Tante cose che posso contemplare e forse tante altre che non conosco.

Quel che posso dire è che sicuramente da quella prima visita al pronto soccorso di Varese, sono cambiata tanto. Mi sono rilassata, ho creato più "spazio" stando con me stessa, con i momenti di noia e con i momenti di vuoto. 

Ho imparato a stare, ma soprattutto a fidarmi di quel vuoto, dell'ignoto, e ho capito che è lì che ci si ritrova (in questo momento mentre scrivo queste parole mi sale la commozione).

Mi sono messa nelle mani del Divino, cercando di diventare (il lavoro procede tutt'oggi) il più possibile un suo strumento, cercando di accettare ciò che la vita vuole per me, e non il contrario.

Ho imparato che niente è "mio", ma che tutto, anche mia figlia, è di proprietà del Divino. Mia figlia è un grande dono in comodato d'uso, dico sempre :-) e il mio compito di mamma è quello di educare e crescere un'anima che sappia amare se stessa e amare gli altri in modo sano ed equilibrato, rispettando il suo essere e spingendola ad essere essa stessa uno strumento della Vita, in modo che possa essere il più possibile autentica.

Credo di aver capito che i fibromi arrivano (come tutte le malattie) per darci un messaggio evolutivo. In questo caso mi hanno insegnato a non avere troppi attaccamenti e a lasciar andare un'altra fetta di controllo.

Ho raccontato a poche persone di questa mia bellissima e profonda esperienza e ora sento che è arrivato il momento di condividerla anche qui, così che se qualcuno potrà trovare spunti che lo aiuteranno nel suo percorso, per me sarà un'altra grande gioia.

Ah, dimenticavo... in tutto ciò ho imparato anche che non è il risultato che conta, ma il viaggio.