Quando studiamo l'autismo all'università, lo cataloghiamo come un disordine dello sviluppo del sistema nervoso che porta a problematiche di interazione sociale e alla mancanza di empatia nei confronti degli altri, nonché al mancato controllo del proprio corpo.
Si parla di cause genetiche o derivanti addirittura da agenti esterni (alcool o farmaci, ad esempio) che potrebbero agire negativamente durante la gravidanza e portare il bambino a sviluppare l'autismo entro i 3 anni di vita.
Gli studi di fisiologia hanno individuato una disfunzione dei neuroni mirror presente nei pazienti autistici.
I neuroni mirror (specchio) servirebbero a comprendere e ripetere i comportamenti che possiamo osservare negli altri.
Questo dato è molto interessante poiché nei primi anni di vita il bambino è una spugna che assorbe qualsiasi modello proposto dai genitori e da chi lo circonda.
Il bambino, attraverso il modeling, quindi con l'osservazione diretta, apprende i comportamenti e li imita.
Il fatto che i neuroni deputati a questa funzione presentino una disfunzione nei soggetti autistici, porta a pensare che gli stimoli ricevuti nella prima infanzia giochino un ruolo importante nello sviluppo della malattia. Ma forse non è così.
Altrimenti non si spiegherebbe il perché un figlio sviluppa l'autismo e un altro no, avendo pur ricevuto la stessa educazione.
Per stimolo, si potrebbe anche intendere qualsiasi sostanza con cui il piccolo viene in contatto e che provoca una reazione in lui. C'è chi attribuisce ai VACCINI la causa dell'autismo.
Ma anche in questo caso, se fosse solo un agente esterno il responsabile di un disagio psicofisico, non ne saremmo colpiti tutti?
Certo, ciò che gioca un ruolo importante sono le caratteristiche individuali: c'è chi è più vulnerabile di altri e allora può risentire degli effetti devastanti di alcuni farmaci, vaccini o sostanze esterne.
Tenendo in considerazione anche queste ipotesi, mi domando se non ci sia dell'altro? Magari altro che l'uomo ancora non riesce a comprendere?
Mi sono posta questa domanda dopo aver letto ciò che Andrea scrive al computer, il mezzo attraverso il quale ha trovato il suo canale per comunicare con gli altri:
"VEDO LE PAROLE E NON RIESCO A DIRLE"
"NO CAPACE DI ESPRIMERE EMOZIONI"
"IL MIO GRANDE OBIETTIVO E' FARMI CONOSCERE"
"I COLORI SONO I MIEI UMORI"
"CHI SONO IO RAGAZZO AUTISTICO?"
"STAI CON ME ANCHE SE SONO AUTISTICO?"
"SONO UN UOMO IMPRIGIONATO NEI PENSIERI DI LIBERTA'"
"ANDREA VUOLE GUARIRE"
ma la frase che ancora più delle altre mi ha colpita é questa:
"MONDO PARALLELO E' AUTISMO. DEVO IMPARARE DA TERRESTRI"
Che cosa può significare?
La prima risposta che mi è venuta in mente è un collegamento con i bambini indaco.
I cosiddetti "bambini indaco" sono una categoria di bambini dotati di capacità sovrannaturali, eccezionali.
Sono bimbi intelligentissimi, sensibili e molto empatici, spesso iperattivi e con difficoltà di concentrazione. Per questo motivo sviluppano problemi in ambito scolastico anche se le loro spiccate capacità li portano a progredire molto più velocemente di altri.
I bambini indaco sono i bambini super dotati, i piccoli geni che si laureano a 15 anni e che sanno cose che sarebbe impossibile conoscere per qualsiasi altro essere umano della loro età.
Ad esempio, fanno calcoli complicatissimi senza aver mai studiato la matematica, conoscono l'astronomia, l'anatomia e tante altre scienze.
Hanno anche una grande memoria, come i ragazzi autistici.
Premesso che ogni caso è a sé e che quindi presenta delle proprie caratteristiche dovute al fatto che ogni essere umano è unico, in un certo senso credo che ci sia molto in comune tra i due generi; anche gli individui autistici hanno una memoria eccellente, risultano spesso visionari e geni, hanno una spiccata capacità empatica.
Basti pensare che Andrea "sente" il carattere delle persone solo appoggiando le sue mani sul loro ventre.
Mi viene quindi da domandarmi se quello che noi chiamiamo autismo, non sia un caso particolare di indaco.
Se fosse così, si aprirebbe una nuova visione per la cura floriterapica dell'autismo.
Le essenze floreali curano in modo decisivo gli indaco, li aiutano a "incarnarsi" nella realtà in cui vivono, a essere più presenti, a eliminare il nervosismo e l'iperattività, la difficoltà di concentrarsi e, a volte, di comunicare in un mondo che sentono distante dal loro.
La mia riflessione è appena cominciata. Sono molto curiosa di leggere il libro dedicato alla storia di Andrea intitolato "Se ti abbraccio non avere paura" di Fulvio Ervas per cercare nuove risposte ai miei quesiti.
Il mio obiettivo è quello di capire qualcosa in più dell'autismo, qualcosa che va al di là delle nozioni scientifiche, e di poter aiutare ancora meglio, con i fiori di Bach e le altre essenze floreali, le persone che presentano queste caratteristiche.
Tempo fa, su questo blog, avevo pubblicato un post dedicato alle cure di ragazzi autistici con i fiori di Bach. L'articolo era intitolato: L'AUTISMO CON I FIORI.
La floriterapia è un enorme aiuto per questo tipo di disturbo, poiché aiuta l'autistico a trovare uno sbocco per comunicare andando ad armonizzare gli stati d'animo che ogni persona presenta.
E' un trattamento SU MISURA, non standardizzato come lo possono essere i farmaci, ma scelto in base alle caratteristiche di ognuno.
Non ha nessuna controindicazione o effetto collaterale, ma aiuta semplicemente l'individuo a entrare in contatto con la sua essenza e, di conseguenza, con il mondo che lo circonda: quello terrestre.
2 commenti:
Ciao Cristiana,
quello che scrivi sui bambini "indaco" e le loro similitudini con i bambini autistici è molto interessante...e se fosse davvero così???
Se fosse così si aprirebbe un nuovo punto di vista sui bambini autistici, di conseguenza anche la scelta di alcuni rimedi floreali potrebbe aiutare ulteriormente queste anime a trovare un loro posto nel mondo
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